Se siete dell’idea che conta di più il modo in cui scrivete un racconto, dovreste anche sapere che questo genere di narrativa si incentra su alcuni specifici dettagli dell’ambientazione e dei personaggi e lascia spazi aperti all’immaginazione del lettore che ne può quindi dare una sua personale interpretazione.
Maestro del genere era lo scrittore americano Edgar Allan Poe la cui abilità nella descrizione dei tratti dei protagonisti delle sue storie non aveva uguali. Poe era capace di descrivere in modo sintetico ma incisivo anche le ambientazioni delle varie vicende che raccontava.
Ne è un esempio il suo racconto “Il crollo della Casa Usher” che, fin dalle prime righe trasmette realmente la spettralità del luogo in cui si svolge l’azione. Proviamo a leggere l’apertura di questo racconto per capire meglio che cosa intendo:
“Per tutta una giornata uggiosa, buia e sorda, del declinare dell’anno in cui le nubi pendevano opprimenti e basse nei cieli, avevo attraversato da solo a cavallo un tratto di regione singolarmente desolato; e alla fine, come le ombre della sera si avvicinavano, mi trovai in vista della malinconica Casa Usher. Non so come fu, ma, alla prima occhiata che gettai sull’edificio, un senso di insopportabile tristezza pervase il mio animo…”.
Anche il tema centrale della storia è indubbiamente importante e lo è al punto che dobbiamo chiederci se valga la pena di essere raccontata o no.
Io credo che la virtù stia nel mezzo e, a mio giudizio, assume importanza sia il taglio del racconto che il tema della storia.